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- Categoria solo show


L’ermeneutica del segno


18 Dicembre 2017 |

a cura di Daniele Lucchesi

Museo diocesano di Massa . (MS)

15 dicembre -21 gennaio 2018

L’arte di Agostino Arrivabene è colta, seducente, intrisa di simboli, ispirata sia dalla mitologia classica che dai Maestri del XV-XVI secolo ( Leonardo, Dürer, Bosch) e nel passato più recente da Moreau, Redon, Ernst. Chi guarda, osserva, le opere di Arrivabene, inondato dal vortice dei messaggi velati, partecipa (forse inconsciamente) a un viaggio iniziatico che conduce alla rivelazione di una conoscenza di cui l’artista è generatore e dispensatore. Un moderno alchimista, capace di far vivere esperienze di carattere mistico che travalicano i limiti cognitivi dello spettatore, del conscio e dell’inconscio, una continua esplorazione del nostro “universo intimo” tra archè di vite già vissute o vagheggiate. Il percorso espositivo studiato per il Museo Diocesano di Massa consentirà di sondare la varietà composita di espressioni che costituisce la ricerca artistica di Arrivabene in un “dialogo” non di sfida ma di “confronto”, di “scambio”, con le opere dei grandi maestri presenti nel Museo Diocesano , solo per citarne alcuni: Iacopo Della Quercia, Bernardino Luini, Felice Palma, Francesco Marti, Domenico Fisella. Sarebbe errato però pensare ad un universo di riferimento unicamente al passato. L’arte di Arrivabene non nasce dal nulla in questo nostro inizio di secolo la sua arte si presenta come estrema resistenza dell’arte figurativa che non è morta, essa vive e Agostino Arrivabene ne è la testimonianza.
“L’Ermeneutica del Segno” di Agostino Arrivabene sta in questi termini; rivalutare la pittura come “linguaggio” dell’uomo, facendone emergere tutta la potenza spirituale, esistenziale, storica che è insita nella “pittura” che possiede una forza e una forma di significazione spirituale, culturale che deve essere riconosciuta come tale nella sua assoluta contemporaneità.

orari : venerdi sabato e domenica : 15,00-19,00

informazioni: museodiocesanomassa@gmail.com

tel0585.499241

facebook : Museo Diocesano Massa

L’ospite parassita


28 Febbraio 2017 | MAC - MUSEO D'ARTE CONTEMPORANEA Viale Elisa Ancona, 6 20851 - Lissone - Lombardia dal 25/02/2017 - al 14/05/2017 Vernissage: 25/02/2017 ore 18 Curatori: Alberto Zanchetta, Chatia Cicero Orari: Mercoledì e Venerdì h10-13 Giovedì h16-23 Sabato e Domenica h10-12/15-19
La mostra al MAC intende offrire un ap- proccio caleidoscopico all’arte di Agostino Arrivabene [Rivolta d’Adda, 1967], rive- landone gli aspetti più mutevoli e impre- vedibili che si innescano in un gioco di connessioni, dissonanze e dialoghi tra di- pinti, installazioni e mirabilia. Cos’è l’artista se non L’ospite parassita delle sue stesse idee e ossessioni? Il titolo evoca la condizione ambivalente dell’esse- re ospitante, od ospitato, e la necessità di attingere energia emozionale da fonti e situazioni che ne alimentano la creatività. Il fascino, la sofferenza e il disgusto tras- messi dalla realtà sono per Arrivabene vi- tali forme di nutrimento, trasformate dal- l’immaginazione per costruire un nuovo modo di vedere, un mito personale da uti- lizzare come guida. L’influsso parassitario si estende anche all’interno dei dipinti: inserzioni entomo- logiche, peduncoli o infiorescenze si ciba- no delle carni dei personaggi effigiati, la- sciando proliferare nuovi tessuti connet- tivi che talvolta finiscono quasi per fago- citarne il respiro vitale. Ne scaturisce una concezione visionaria in cui mondo vege- tale, animale e umano coesistono l’uno nell’altro a stabilire un abbraccio perpe- tuo così come un naturale sviluppo/fusio- ne teratomorfica. Quella di Arrivabene è una pittura colta e seducente, intrisa di simboli ed enigmi vivificati da innume- revoli modelli di ispirazione: dalla mito- logia classica ai Maestri del XV-XVI seco- lo, in primis Leonardo, Dürer, Bosch, e nel passato più recente Moreau, Redon, Ernst. Lo spettatore risulta così catturato da messaggi velati, quasi dovesse parteci-
pare a un viaggio iniziatico che conduce alla rivelazione di una conoscenza ance- strale, di cui l’artista è generatore e di- spensatore. Alla stregua di un alchimista, Arrivabene fa rivivere esperienze di carat- tere mistico travalicando i limiti spazio- temporali della personalità, del conscio e dell’inconscio, nell’incessante esplorazio- ne di un universo interiore che si snoda tra reminescenze di vite già vissute o solo vagheggiate. Il percorso espositivo più ampio ospita alcuni mirabilia (ovvero, oggetti che de- stano stupore) provenienti dalla persona- le collezione dell’artista, consentendo al pubblico di aprire lo sguardo all’interno di un’autentica stanza delle meraviglie: artificialia e naturalia inscenano tutt’in- torno uno straordinario theatrum mundi fonte di ulteriori epifanie. Fanno da con- traltare alcune “installazioni organiche”: teschi, fiori e farfalle – simboli della vani- tas che alludono alla caducità dell’esisten- za – attraverso dissezioni e innesti paras- sitari sono trasformati in nuovi simulacri di vita, salvaguardati all’interno di cam- pane di vetro affinché resistano immuta- bili al trascorrere del tempo. Negli spazi museali di Lissone si ricom- pone, così, un microcosmo dell’immagi- nario. La rassegna consentirà infatti di sondare la varietà composita di espressio- ni che costituisce non solo l’opera ma an- che il mondo esoterico e allucinato di Ar- rivabene in cui visioni, idee, paure e sogni hanno saputo “elevarsi al di sopra” per trascendere la concretezza della realtà vissuta.

Anastasis


6 Settembre 2016 | Dal 7 settembre al 2 ottobre 2016, la Casa del Mantegna di Mantova ospita Anastasis, la personale di Agostino Arrivabene. L’esposizione, che si apre in contemporanea con l’inaugurazione del Festivaletteratura 2016, è curata da Alberto Mattia Martini e Gianfranco Ferlisi, organizzata dalla Provincia di Mantova - Assessorato alle Politiche Culturali, ai Saperi e alle Identità dei territori, e propone 35 opere in grado di ripercorre il lavoro recente dell’artista cremonese, dal 2010 a oggi. L’Anastasis rimanda a un tema iconografico dell’arte bizantina e raffigura la Resurrezione di Cristo e la sua discesa agli inferi per recuperare le anime di Adamo ed Eva. Una rappresentazione che richiama il viaggio di Orfeo -qui raffigurato in un dipinto del 1994 - e sul quale riecheggia la rilettura paleocristiana del mitico cantore, visto come prefigurazione della morte e della resurrezione di Cristo. Per le prime comunità evangeliche, infatti, la simbologia di Orfeo con la cetra veniva interpretata come immagine cristologica in riferimento al Salvatore che vince sulla natura. Come sottolinea Francesca Zaltieri, vicepresidente della Provincia di Mantova, “la mostra di Agostino Arrivabene approfondisce e mette a fuoco un percorso estetico che si caratterizza per immagini di matrice classica rilette in chiave contemporanea. […] L’ispirazione si traduce in dipinti dai quali emerge un’attenzione felice verso ciò che è sacro. Oli su tela raffinatissimi riaffermano l’identità di questo pittore di valore europeo che da sempre affianca affascinanti rimandi al mondo mitologico e letterario e a una grande attenzione alla costruzione dell’opera, anche a livello tecnico”. La rassegna esprime un forte sentimento della contemporaneità, che risponde all’impegno di partecipare allo sforzo collettivo di contributi che vede, in questo 2016, Mantova Capitale italiana della Cultura. All’interno del percorso espositivo, Agostino Arrivabene dialogherà con il Cristo morto, il capolavoro di Andrea Mantegna, attraverso la citazione di due artisti contemporanei, come Carlo Fabre e Alessandra Borsetti Venier che, negli anni Novanta crearono una vera e propria sinergia sul tema, dando origine a una serie di scatti fotografici che rileggevano in chiave contemporanea il dramma della morte del Cristo. Arrivabene, con un suo personale intervento di manipolazione delle forme fotografiche del duo Fabre-Borsetti Venier e del dipinto di Andrea Mantegna, intraprende un lavoro di deformazione dei corpi. Quello che ne risulta è un monumentale dipinto - Resurrezione - e un trittico in cui rivela le fasi metamorfiche del corpo che da carne, si muta in corpo glorioso. Lungo il percorso espositivo, si incontrerà un dialogo mistico di grande suggestione tra le figure del Messia, di Maria e degli ‘angeli del versamento’, ovvero le figure angeliche solcate del sangue divino, oltre a una serie di opere con richiami ai codici del Rinascimento e rimandi alle sperimentazioni più attuali. Una Pietas velata e rivestita in foglia oro, ad esempio, ricostruirà il maphorion, il velo delle vergini consacrate. Nella rassegna, sono molteplici gli evidenti contrasti e le distanze temporali che parlano del mistero del «Sacro sangue» che, proprio a Mantova, per antica devozione, viene venerato come reliquia sacra e che Agostino Arrivabene reinterpreta nel dipinto, Ecce Homo, in cui il sangue versato rivela le arboree tumefazioni delle stigmate. Accompagna la mostra un catalogo stampato da Publipaolini, Mantova, con un’introduzione di Francesca Zaltieri e testi dei curatori. Note biografiche Agostino Arrivabene nasce a Rivolta d'Adda (CR) nel 1976. Diplomato all'accademia di Brera di Milano. negli anni della formazione da autodidatta, l'artista riscopre e fa sue molte delle tecniche pittoriche tradizionali (ad es. la preparazione artigianale dei colori). Principali mostre personali (selezione): “Hierogamy”, Cara Gallery, New York, 2016; “Anabasis”, Museo Civico delle Cappuccine di Bagnacavallo (RV),2015; “Vesperbild”, Galleria Giovanni Bonelli, Milano, 2014; “To pathei Mathos”, Panorama Museum, Bad Frankenhausen, 2013. Mantova, luglio 2016 AGOSTINO ARRIVABENE. Anastasis Mantova, Casa del Mantegna (via Acerbi, 47) 7 settembre - 2 ottobre 2016 Inaugurazione: mercoledì 7 settembre, ore 18.30 Orari: Mattino: da martedì a domenica, dalle 10.00 alle 12.30 Pomeriggio: giovedì, dalle 15.00 alle 17.00; venerdì, sabato e domenica: dalle 15.00 alle18.00 Informazioni: tel. +39 0376 360506 - +39 0376 432432 fax +39 0376 326685 -fax +39 0376 432433 mail: casadelmantegna@provincia.mantova.it - info@turismo.mantova.it www.casadelmantegna.it; www.turismo.mantova.it      

Hierogamy


3 Marzo 2016 |   Cara Gallery is pleased to present Agostino Arrivabene’s first solo exhibition in New York – Hierogamy On view March 4 – April 23, 2016 Opening Reception Thursday March 3, 6 – 8 PM The itinerary, put in place by Agostino Arrivabene for his Hierogamy exhibition, denotes the arrival point of a personal and artistic journey that is unique and original, yet at the same time universal. The artist draws from his entire patrimony of shapes and codes to create, through his canvasses, a truly alchemical act that makes the surfaces burst into song, creating a chant that can unite dissimilar notes and turn them into a symphony. To create his personal “Lapis Philosophorum” (Philospher’s stone), in addition to the dialogue between the hermetic images of Alchemical Art and the archaic, past languages of European Art, Arrivabene has undertaken candid incursions into G.B. Piranesi’s prints of Ancient Rome and into American Art of the 19th century, through the captivating and suggestive romantic landscapes of the Hudson River School art movement. Arrivabene’s approach to painting stems from his artistic influences Gustave Moreau and Odd Nerdrum. He follows traditional methods that include grinding his own pigments and the almost forgotten technique of mischtechnik. In mischtechnik, egg tempera is used in combination with oil-based paints to create translucent layers which, when laid over each other, refract light creating a sense of luminosity. This attention to the minutiae has resulted in Arrivabene’s paintings actually embodying a process of alchemical transformation, in which the physical matter of painting itself is transmuted into extraordinary light-filled visions. Investigating eternity, time, the process of change, the rites of transformation, and sacred love and death, Arrivabene utilizes symbols and images that are seemingly distant from the contemporary in order to create art that verges on the philosophical, sociological and even spiritual era. These expressive realities become a form of bulimic nourishment for the artist and are manifested in continuous leitmotifs, or rather “leit-fossils” as French philosopher and art historian, G.D. Huberman would say. The “ethical” quality of his modus operandi turns colors, shapes, symbols and analogical references into the foundations of an artistic event that is not an abstraction from reality, but rather a link to his personal intimacy and to the collectiveness that surrounds him. The title of the exhibition is therefore not surprising. Hierogamy recalls the Alchemic myth of the Hermaphrodite, namely the being that encapsulates all, an entity that encompasses everything. To symbolize this amalgamation the artist adopts the amorous encounter, which reaches its apex in the poignant canvas Sacrum Facere (2016). Ultimately, union is sacred because it entails sacrifice, implying the act of doing something sacred. The harmonious union between humans, creatures, and nature often represented and contextualized in infinite landscapes. The exhibition takes its point of departure with two important paintings carried out between 2014 and 2016 (Ea -Exit and The Dream of Asclepius) and brings together works created in varying pictorial techniques – oil on canvas or wood, cracked oil on brass, and painting on stone according to the ancient Wunderkammer tradition. Ea-Exit (2015) is the almost conclusive embodiment of a cycle dedicated to the sacred Eleusinian mysteries that have obsessed Arrivabene since 2010, and about which he has created a vast body of work. These flashes of light in the paintings on display in the first room anticipate another piece of work, recently completed especially for this exhibition: Cauda Pavonis (2016). This painting of many colors is an expression of renewal; it is the arc in the sky through which the sacred couple rises up from the earth to the above after their Hierogamic union. The landscape in which their union is sealed is once again the same golden cloud that becomes the echo of Arrivabene’s clouds, the mere presences and absences, the casings that conceal and reveal the divinity. With this painting, Cauda Pavonis, Arrivabene suggests the enigma of the amorous and mystical pairing between male and female, light and dark and between the vibrant crudity and characteristic velvetiness of Renaissance paintings. It is no coincidence that Arrivabene’s undisputed beacons are 15th century artists Leonardo da Vinci and Ercole de’ Roberti, artists who, during the Renaissance, both explored man as a microcosm placed within a macrocosm. By contrast, the painting The Dream of Asclepius (2015) becomes an emblem of the horrendous nutriment for earth; a man vacillating between sleep and death is devoured by the soil and becomes, in turn, the root or sacred support for new paradoxical arboreal structures. The landscape in this painting recalls the one of the Madonna in Porto Altarpiece, by Ercole de’ Roberti – now preserved in the Brera museum in Milan – which expands onto the huge canvas beside it creating a new romantic vision of the panoramic space that collects these insane beings, hybrids made of flesh, skin, and vegetation.

Anabasis


19 Settembre 2015 |

Il Museo Civico delle Capuccine di Bagnacavallo (Ravenna) presenta dal 19 settembre all’8 novembre, nella sede dell’Ex Convento di San Francesco, Anábasis, personale dell’artista lombardo Agostino Arrivabene. Un progetto curato da Diego Galizzi, direttore del museo romagnolo, realizzato in collaborazione con la Galleria Giovanni Bonelli, che presenta circa quaranta opere: una ventina di nuovi dipinti di cui un paio di dimensioni monumentali, oltre a quattro opere scultoree – prima assoluta per questo autore – due in bronzo, una in marmo e una in tassidermia.

Riferimento concettuale per la mostra di Arrivabene sembra essere Mnemosyne, l’ultima opera congeniata da Aby Warburg – non finita perché, di fatto, considerata aperta e dunque “non finibile” – : il Bilderatlas che raccoglie nella sua natura di Atlante della Memoria un calembour di circa mille immagini realizzate assemblando riproduzioni fotografiche di opere rinascimentali, moderne e contemporanee; frammiste a ritagli di giornale, pubblicità, istantanee del giorno d’oggi, versione post-moderna della più classica delle Wunderkammern.

Arrivabene fa proprio il processo sintetico che fu di Warburg, agendo su un duplice registro – insieme colto e popolare – capace di tracciare un percorso coerente lungo i temi della grande storia dell’arte: rifacendosi al patrimonio condiviso rappresentato dalla mitologia greco-romana, vero fondamento etico e valoriale che caratterizza la società occidentale. Ad una visione macroscopica, collettiva e universale, combacia la più intima introspezione, l’indagine da parte dell’artista, sul proprio vissuto.

 

Dal 19 settembre al’8 2015

AGOSTINO ARRIVABENE

Anàbasis

a cura di Diego Galizzi

Organizzazione: Museo delle Cappuccine – Comune di Bagnacavallo

In collaborazione con la Galleria Giovanni Bonelli

EX CONVENTO DI SAN FRANCESCO

via Luigi Cadorna, 10

48012 Bagnacavallo (Ravenna)

orari: da martedì a venerdì 15.00 – 18.00; sabato e domenica 10.00 – 12.00 / 15.00 – 18.00

Dal 25 al 29 settembre speciali aperture serali a orario continuato dalle 15.00 alle 23.30

ingresso libero

inaugurazione sabato 19 settembre 2015, ore 17:00

Informazioni

Museo Civico delle Cappuccine

Tel. 0545.280911

centroculturale@comune.bagnacavallo.ra.it

www.museocivicobagnacavallo.it

www.galleriagiovannibonelli.it

Ufficio stampa

CLP Relazioni Pubbliche

Francesco Sala, tel. 02 36 755 700

francesco.sala@clponline.it; www.clponline.it

Comunicato stampa e immagini su www.clponline.it

Vesperbild


23 Maggio 2014 | Vesperbild curated by Pietro C. Marani

Transfiguration, twilight, and rebirth are the themes, rooted in classicism yet reinterpreted from a contemporary viewpoint, that feature Agostino Arrivabene’s latest works. From May 23rd to July 26th we find them in the solo exhibition Vesperbild, held at the Giovanni Bonelli Gallery in Milan: a sequence of images and stories drawn from the world of mythology and literature depicting the different stages of a process that, starting from inner and physical suffering, evolves into a desire for healing through dream or divine intervention, resulting in a transmutation into new bodies.

The project takes its name from Vesperbilder (literally “vesper pictures”), sculptures that made their appearance in Germany in the 14th century depicting a Madonna with the body of Jesus dead resting upon her womb. The German representations of the Pietà are often characterized by intensely expressive and pathetic accents, especially in the representation of the body of Christ, which, through the transfiguration of his flesh and face, became almost disfigured, as if to indicate an embodiment of suffering. Vesperbilder were a point of union between two extreme stages, i.e. between death and resurrection. They were the images of waiting, icons of crepuscular meditation, in short a link of union between night and day and vice versa. Agostino Arrivabene’s contemporary Vesperbilder are basically meant as a reflection on this concept of transition, threshold, and boundary between light and shadow.

These paintings are characterised by the impressive rise of a compassionate attention to what is mortal, frail, and ill. The work entitled Monatto dai muti campanelli (Monatto with soundless bells – aka corpse carrier, i.e. the person who removed corpses during a plague), which is inspired by the Ovid’ character Cyparissus, portrays a plague victim turning into a plant creature. Just as in his mythical counterpart, here the monatto is crying in an incessant, yet silent, mourn. To weep for his pain there are instead two mutant mourners, inspired by the anatomical figures of Bernhard Siegfried Albinus, as the second element of the triptych.

The polyptych dedicated to the story of Orpheus and Eurydice focuses on the ritual singing through which Orpheus tries to retrieve his beloved back from the realm of the dead. The girl’s fragmented hand and her little face in ecstasy, set aside from the rest of the body in order to form each a distinct element of the triptych, actually become a symbol of eternal supplication.

Other works on display in the exhibition show clearly to have their origin in Bruegel’s floral iconographies: here the artist gives life to creatures reminiscent of Arcimboldo’s paintings where shadows devour the identity covered only with flowers that become catalysers of generative pollen.

The exhibition closes with an eclectic project in which Arrivabene combines painting, sculpture and goldsmithery. Starting from the icon of the Dioscuri, the artist merges their identity into a new Siamese monster, whose two heads are surrounded by strange bone crowns drawn from the iconographic world of Ernst Haeckel. Eventually, the artist creates a micro sculpture of precious materials that will be turned into cufflinks, thanks to the skill of Mirco Baroso, a jeweller who has been called by Arrivabene to establish a dialogue with his work.

Galleria Giovanni Bonelli

via Porro lambertenghi 6 Milano

May 23rd – July 26th 2014

Opening reception  Thursday, May 22nd, at 6:30 pm

Opening Hours Tuesday - Saturday 11:00 am – 7:00 pm. Monday by appointment.

info@galleriagiovannibonelli.it – Phone: 02.87246945

http://www.galleriagiovannibonelli.it/

To Pathei Mathos


29 Giugno 2013 | june 29 - october 20,  2013 Panorama Museum Bad Frankenhausen curated by Gerd Lindner and Rosaria Fabrizio opening reception : Saturday, June 29 2013, 16.00 p.m

For the very first time, the work of Italian artist Agostino Arrivabene born in Cremona (1967), will be introduced to the German audience.

The exhibition will open on June 29 at Panorama Museum in the city of Bad Frankenhausen (Turingia) with the artist himself in residence under the guardianship of the Museum’s director, Mr. Gerd Lindner and Dr. Rosaria Fabrizio.

People in visit have the opportunity to admire more than 120 artworks among paintings, mixer media, drawings and etchings. Until October 20, the exhibition will go through most of the artistic excursus by Agostino Arrivabene, including his works from the nineties up to the more recent ones.

A-temporal landscapes deviated by wild-eyed glances, allegorical characters, mythological figures and sacred images are the themes developed by the artist from Lombardy who depicts in style following the artistic language of the Great Masters of the past, through which he reveals some visions transcending Infinity, visions that connect us to a divine spirit, omnipotent and omnipresent.

The paintings, often soaked with mysticism, bare the human passions, the tribulations man has to bear during life, his anguish, his suffering.

Tó Páthei Máthos stated Eschilo.

The wisdom of pain, this is the artist’s creed, of which he permeates his canvases.

The art of Agostino Arrivabene is definitely autobiographical and by reading through it we can understand the most intimate, deep passages that have marked his life, the private grieves and the undertaken paths in order to detach from them. Artistic life and personal life are perpetually mixed to each other. He sees at art like a catharsis, like an elevation from the bottom to the top, from human fragility towards the Eternal Beauty and the Highest Magnificence.

For him, art is an ascetic and alchemic road.

Actually, from time to time, he portrayed himself according to the visions he is immersed in. We can recognize him in adolescent Eros, moving through the night between sensuality and spirituality, or in a self-portrait in state of unconsciousness, or again surrounded by fireflies enlightening the darkness.

Further, during a moment of strong physical and psychological tension he appears like fogged in a bacterial cloud to re born later as a Panto-Creator Christ who saves and gives new life dominating at everything.

However, his path is always characterized by some intense and violent conflicts between the fear of pain and the hope of victory on it, between life and death, at the perpetual research for an ecstatic rapture.

http://www.panorama-museum.de/de/ausstellung-reader/Ausstellung/agostini-arrivabene.html

Theoin


23 Novembre 2012 | Agostino Arrivabene Theoin a cura di Carolina Lio First Gallery . Roma   dal 23 novembre al 19 dicembre 2012 opening 22 novembre ore 18,30   Il mito antico e le suggestive atmosfere arcane che popolano i lavori di Agostino Arrivabene vengono presentati per la prima volta al pubblico romano alla First Gallery. Nelle ultime opere di Agostino Arrivabene continua la sua ricerca sui miti e sul senso del sacro a cui aggiunge una nuova dimensione barocca, adorna di oro e di luce, simbolo di una rivelazione conciliatrice con l'universo. IlTheoin è, infatt,la manifestazione del divino, ovviamente intesa nel senso metaforico di una crescita spirituale che permette di trascendere il dolore di vivere e la paura della morte, lasciando il posto a un senso di meraviglia davanti al tutto. In mostra circa venti opere che documentano attraverso dipinti e vari studi questo percorso intimo e personale oltre che artistico. Con il superamento del suo più forte limite/limen interiore, infatti, Arrivabene sviluppa parallelamente una nuova fase della sua pittura. Resta la mitologia, il forte legame con la cultura dell'Antica Grecia, la sacralità, restano le anamorfosi e le atmosfere cupe, ma stavolta emerge soprattutto un legame uomo dio e una conoscenza misterica che consente all'uomo di liberarsi ed emanciparsi dai suoi lati più deboli. Come scrive il curatore della mostra, Carolina Lio: “Agostino Arrivabene ora non si identifica più nel ratto forzato di una Persefone angustiata e impaurita dal suo viaggio nell'Ade, ma pensa invece a un Ganimede rapito dalla passione di Zeus che, sotto forma di aquila, lo porta via dal mondo per dargli un posto nell'Olimpo. Il Ganimede di Agostino Arrivabene viene attratto verso l'alto e si stacca da terra restando sospeso a mezz'aria grazie a una forza soprannaturale. Sopra di lui una nube di luce e di materia, una fonte sfolgorante di energia, si impossessa del corpo che, abbandonato a questa manifestazione divina, si lascia trasportare verso una nuova dimensione trascendente e di verità. Qui non esiste la paura della morte e il morbo è finalmente vinto”. +39.063230673 info@firstgallery.it orari di apertura al pubblico: da martedì a sabato h. 11-19 catalogo edizioni First Gallery testi di Carolina Lio e Agostino Arrivabene    

Isterie plutoniche


21 Marzo 2011 | "Isterie Plutoniche " dal 21 marzo al 30 aprile 2011 con testi di Flaminio Gualdoni ,Alessandro Riva, Edward Lucie Smith presso la galleria di Antonia Jannone a Milano . in corso Garibaldi al numero125 telefono 0229002930 cel 3472109121 mail: info@antoniajannone.it   Dopo la tappa estiva spoletina della personale "Deliri" curata da Vittorio Sgarbi nell’ambito dell'edizione 2010 del Festival dei Due Mondi, - dove nella miscellanea di opere da lui scelte, Arrivabene ha dato poche anticipazioni del nuovo   l’artista, con questo attuale percorso che si inaugura appunto il primo giorno di primavera il 21 marzo, giorno del rientro sulla terra dagli inferi di Proserpina, ci presenta una ricerca decisamente ctonia, uno scandaglio verso i misteri più oscuri del mito, sviscerando i codici arcani dei misteri eleusini ben evocati liricamente nell’ inno a Demetra di Omero. La protagonista di questo corpus di opere in realtà è Persefone o Proserpina per gli antichi latini; un mistero, il suo, che ha prodromi ancora legati al mito greco più lontano e sopratutto ai rituali segreti e per pochi eletti che si svolgevano ad Eleusi ; questo mistero ancor oggi non ha avuto risposta. Arrivabene volge coraggiosamente il suo sguardo al suo passato d'artista visionario, o meglio di distillatore alchemico di immagini che partono da un brodo primordiale informe per poi tramutarsi in oro compiuto; ricerca nei codici dell’ iconografia antica un linguaggio che poi "anamorfizza" ripetutamente come in una ossessione torturante; oppure, attraverso l'automatismo del procedere bretoniano, scava nel casuale, nel' informale, per far rinascere come in un’ apparizione o meglio, in una epifania deità crudeli o assurde . Come nella delicata tempera su tela di bisso di lino: " Du mal", dipinto nato dal casuale gioco di macchie rubate da iper ingrandimenti di dipinti già preesistenti, i recenti dipinti hanno per protagonisti dei freaks, che altro non sono che la sorpresa dello sguardo attonito che perlustra le ombre del regno di Ades, sguardi frammisti a spavento e ad innocente sorpresa di una fanciulla rapita da un isterico ed "erotomane" dio degli inferi. Così Proserpina vede di fronte a se tutto ciò che crea orrore ma anche meraviglia, e come cita il regista Darren Aronofsky nel film L'albero della vita : " la morte è la via dello stupore"; in questa frase si condensa forse tutto il segreto dei misteri eleusini, dove l'iniziato affrontava per simulazione la morte per poi rinascere e scoprire una nuova consapevolezza, una nuova sapienza. Questa nuova ricerca pittorica è per Arrivabene un nuovo passo per raggiungere spiagge dove un mare di possibilità lo porteranno nei prossimi anni verso linguaggi di caleidoscopica visionarietà trasmutante .   web: www.agostinoarrivabene.it www.antoniajannone.it