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museo della follia


5 Dicembre 2017 |     Basilica di Santa Maria Maggiore alla Pietrasanta Napoli 3 dicembre 2017 – 27 maggio 2018   Arriva a Napoli, nella ritrovata Basilica di Santa Maria Maggiore alla Pietrasanta, la nuova attesissima edizione del “Museo della Follia. Da Goya a Maradona”. La mostra itinerante – a cura di Vittorio Sgarbi, realizzata da Cesare Inzerillo, Giovanni Lettini, Stefano Morelli e Sara Pallavicini - si snoda in un percorso eterogeneo di oltre 200 opere tra dipinti, fotografie, sculture, oggetti e istallazioni multimediali sul tema della follia. “Entrate, ma non cercate un percorso, l’unica via è lo smarrimento”. È questa la condizione ideale per affrontare l’intimo rapporto tra arte e follia che si snoda nel labirinto sensoriale del museo. La mostra si articola in diverse sezioni: il percorso apre con i dipinti e le sculture di grandi maestri della storia dell’arte internazionale come Francisco Goya, Francis Bacon, Adolfo Wildt e nazionale – come Telemaco Signorini, Fausto Pirandello, Antonio Ligabue – la cui mente, attraversata dal turbamento, ha dato forma a un’arte allucinata e visionaria. Prosegue poi con gli Stereoscopi: supporti magici attraverso i quali il visitatore viene trasportato in un'altra dimensione, precisamente nell’ex ospedale psichiatrico di Mombello, luogo dove ha trascorso diversi anni della sua vita l'artista Gino Sandri, al quale è dedicata questa sezione, e le cui opere si alternano in un corridoio di emozioni. La presenza ipnotica di Carlo Zinelli, rompe la scena con dei coloratissimi dipinti e trova assonanza con l’esperienza artistica di Venturino Venturi, uno spirito giocoso e al contempo tragico, a metà strada tra fiaba e turbamento. Fabrizio Sclocchini ci conduce nelle stanze di un ex-manicomio abbandonato attraverso una serie di fotografie dal titolo "Gli assenti". Sono immagini poetiche, che riportano in vita quei luoghi oggi abbandonati e sospesi in un tempo che non c'è più. Tra le video installazioni troviamo anche un inedito monologo di Paolo Crepet “Arte Libertà Follia Dolore. Da Mario Tobino a Franco Basaglia”; e alcuni interessanti documentari, tra cui “O.P.G”, un estratto dell’inchiesta condotta dal Senato della Repubblica sugli ospedali psichiatrici giudiziari. Testimonianze preziose, come quegli oggetti che costituiscono la Stanza dei Ricordi e che diventano qui, in un allestimento diffuso, spunti suggestivi per un dialogo intimo con i grandi capolavori esposti. www.museodellafollia.it Museo della Follia Museo della Follia museo_della_follia Tra le novità di questa edizione ci sono due imponenti sculture che portano la firma di Cesare Inzerillo. La prima, omaggio alla città di Napoli e alla sua tradizione scaramantica, è un Corno Reale di oltre 3 metri; l’altra è un colossale Apribocca – realizzato su modello del vero presente in mostra – posto in relazione al celebre dipinto L’adolescente di Silvestro Lega. Assume dimensioni colossali anche la Griglia – la celebre installazione del Museo della Follia nella quale vengono mostrati i ritratti recuperati dalle cartelle cliniche di alcuni pazienti di ex manicomi – che si estende su quattro pareti, arrivando a una superficie complessiva di oltre 80 metri quadrati. In questa edizione partenopea, la vera grande novità, da cui ha origine il sottotitolo, è l’ingresso del mondo del calcio nel mondo dell’arte: il Museo della Follia include qui, tra le vite di pittori, scultori e poeti, la presenza di Diego Armando Maradona. Spiega Sgarbi: “Non esiste un capolavoro indiscusso come non esiste un genio indiscusso. Fino a Caravaggio la vita di artisti anche immensi come Leonardo o Michelangelo è inferiore all'opera. Con lui la vita diventa arte. Come in Maradona. In entrambi l'esistenza passa per un abisso che non santifica. Non è una forzatura. I volti di Caravaggio sono i ragazzi di vita, delle strade, delle periferie dell'umanità. Le sue opere mostrano al contempo dolore e divino, luce e buio, peccato e redenzione. Maradona è il Caravaggio del Novecento. E io lo porto in un museo.” Arricchiscono questa nuova esposizione anche I folli di Agostino Arrivabene, sublime artefice di incubi e meraviglie. E poi un crescendo di emozioni che trovano culmine nel grande affresco a olio eseguito da Enrico Robusti. Una imbarcazione in preda a una tempesta, a bordo della quale i visitatori incontreranno la vertigine psicologica tipica del virtuosismo pittorico di Robusti. Vincenzo Baldini , Sandro Bettin , Claudio Centimeri, Luca Crocicchi, Ulderica Da Pozzo, Giovanni Gasparro, Gaetano Giuffrè , Ernesto Lamagna , Raimondo Lorenzetti, Gianni Lucchesi , Marilena Manzella, Tarcisio Merati, Gaspare Palazzolo, Alessandro Papetti, Tancredi Parmeggiani, Luigi Serafini, Nicola Sferruzza, Studio Azzurro, e ancora tanti autori, e tante opere che avrete modo di incontrare in questo viaggio, pensato per chi ha voglia di lasciare da parte la ragione per ritrovare, finalmente, la follia. “Un repertorio, senza proclami, senza manifesti, senza denunce. Uomini e donne come noi, sfortunati, umiliati, isolati. E ancora vivi nella incredula disperazione dei loro sguardi. Condannati senza colpa, incriminati senza reati per il solo destino di essere diversi, cioè individui. Nella storia dell'arte, anche prima dei casi clamorosi di Van Gogh e di Ligabue, molti sono gli artisti la cui mente è attraversata dal turbamento, che si esprimono in una lingua visionaria e allucinata. Ognuno di loro ha una storia, una dimensione che non si misura con la realtà, ma con il sogno” dichiara il curatore della mostra Vittorio Sgarbi. www.museodellafollia.it  

In Contemporanea . Agostino Arrivabene, Bertozzi & Casoni, Angelo Filomeno


26 Giugno 2017 | IN Contemporanea Agostino Arrivabene, Bertozzi&Casoni, Angelo Filomeno 2 - 30 luglio 2017 Inaugurazione sabato 1 luglio ore 19.00 Spazio46 di Palazzo Ducale, GENOVA a cura di Stefania Giazzi e Virginia Monteverde Lo Spazio46 di Palazzo Ducale a Genova inaugura, sabato 1 luglio alle ore 19.00 la seconda mostra del ciclo IN Contemporanea, una rassegna d'arte contemporanea curata da Stefania Giazzi e Virginia Monteverde che prevede la partecipazione di tre artisti internazionali scelti per affinità tematiche. La mostra, che vede l'esposizione delle opere di Agostino Arrivabene, Bertozzi&Casoni e Angelo Filomeno, si propone di esplorare il tema della caducità e della vulnerabilità della materia attraverso le rappresentazioni del gruppo di artisti che esprimono, con raffinate tecniche di pittura, sofisticate sculture e manufatti preziosi, la sottile malinconia del tempo che ogni cosa consuma. Ironia, manierismo e struggente ricerca della bellezza pervadono le opere in mostra in una moderna rappresentazione della vanitas. Agostino Arrivabene si muove in un universo visionario, popolato da ossessioni cosmiche ctonie. La sua dettagliata pittura rende omaggio ai maestri del passato, quali Leonardo e Dürer, e scava dietro alle superfici levigate di stratificate bellezze per scoprirne i segni del deterioramento. Nello svelamento della corrosione dell'originaria purezza, Arrivabene ci mostra che una volta concluso il ciclo di dissoluzione ogni cosa potrà ritornare all'origine, alla terra, che genererà un nuovo ciclo di vita, seppur di diversa natura. Bertozzi&Casoni I due artisti creano “sculture dipinte”, come essi stessi definiscono la loro ricerca; assemblaggi di ceramiche con raffinata tecnica che adopera la ricercatezza del dettaglio non scevro di un ironico richiamo alle icone religiose ma anche intellettuali del nostro tempo, talvolta cadute in disuso; oppure all'accumulo di oggetti e detriti di ogni genere, un tempo oggetti di desiderio, ora obsoleti e destituiti, che segnano l'irreversibilità del destino di ogni cosa e la vacuità della nostra era del consumismo. Angelo Filomeno usa la preziosità di tessuti in shantung di seta per creare ricami irriverenti. Nelle sue opere l'artista recupera un'antica tradizione manuale per raccontare le sue visioni del nostro universo popolato da noi umani, sospesi tra la dimensione del cielo e la terra, tra splendore e decadenza, in caduta libera nel vuoto dell’ignoto. Il suo immaginario attinge alle culture primitive, ai riti sciamanici che guariscono i mali della comunità, i cui talismani hanno il potere di proteggere dalle forze oscure. Con dissacrante leggerezza raffigura le nostre paure, e irride alla nostra vanità. Mostra organizzata da: ART Commission Events con il patrocinio di: Genova Palazzo Ducale Fondazione per la Cultura e Comune di Genova, con la collaborazione di Associazione Art Commission Main Sponsor: Management General Bulk srl. Dal 2 al 30 luglio - aperta da martedì a domenica dalla 16.00 alle 19.00, ingresso libero Spazio46 di Palazzo Ducale, piazza Matteotti, Genova - info: artcommissionevents@gmail.com  

Urplfanze


22 Aprile 2017 | Urplfanze . La natura dell'idea curated by Alberto Mattia Martini Palazzo Ducale di Massa (MS)

22 aprile 21 maggio

Le sale espositive di Palazzo Ducale a Massa (Ms), ospitano da sabato 22 aprile - inaugurazione ore 18 - al 21 maggio 2017, la mostra collettiva “Urpflanze, La natura dell’idea", curata da Alberto Mattia Martini promossa dal Comune di Massa e organizzata da Mauro Daniele Lucchesi dell’Associazione Quattro Coronati. Esposte 19 opere tra installazioni, dipinti, sculture e fotografie di altrettanti artisti e tra questi veri e propri pezzi da novanta dell’arte internazionale come Emilio Isgrò ( Barcellona Pozza di Gotto, Messina 1937), uno dei più grandi artisti italiani contemporanei, Nanni Balestrini (Milano 1935), autore letterario e artista visivo, Yoko Ono ( Tokyo 1933), artista e musicista giapponese famosa anche per essere stata la moglie di John Lennon, Alberto Garutti ( Galbiate, Lecco 1948), artista e docente, nome di spicco nell’arte pubblica italiana; Piero Gilardi ( Torino, 1942), e Hidetoshi Nagasawa ( Tonei, Manciuria 1940), scultore e architetto, artista versatile e originale che affronta nelle sue opere temi come la natura e la memoria con mostre in tutto il Mondo e la partecipazione a diverse Biennali di Venezia. Accanto a questi grandi nomi sono presenti artisti che si sono messi in evidenza per la loro originalità e che hanno esposto nei più importanti musei e gallerie, sia in Italia che in Europa. Elisabeth Aro, artista argentina interessata al rapporto tra uomo e ambiente, il duo artistico Bertozzi & Casoni composto da Giampaolo Bertozzi (Borgo Tassignano, Bologna 1957 e Stefano dal Monte Casoni (Lugo di Romagna, Ravenna 1961), noti per le loro originali sculture in ceramica, Felix Curto (Salamanca, Spagna 1967), Robert Gligorov (Kriva Palanca, Macedonia 1959), il giovanissimo Lorenzo Mariani ( Milano, 1985) in arte L’orMa vincitore del Premio Arteam Cup 2016 con le sue composizioni naturali. E poi ancora Agostino Arrivabene (Rivolta d’Adda, Cremona, 1967), Mariella Bettinischi ( Brescia 1948), lo scultore Gianni Caravaggio ( Rocca San Giovanni, Chieti 1968), Enzo Fiore ( Milano 1968), Ines Fontenla ( Buenos Aires, Argentina), Giovanni Frangi ( Milano 1959), Federica Marangoni ( Padova, 1940) artista e designer autrice di installazioni con vetro e materiali in fibra, e infine Eltjion Valle ( Albania, 1984). Tutti questi artisti si confrontano sul concetto del divenire forma, considerando come non solo la natura si conserva pur rinnovandosi, ma come tale pensiero può essere esteso all’arte e quindi alla creatività. Un tema che prende spunto dai principi nodali degli studi di J. W. Goethe, espressi in prevalenza nel testo: “La metamorfosi delle piante” (1790) e riguardanti le riflessioni sul rapporto che l’uomo stabilisce con la natura. Goethe, durante i suoi studi botanici scopre che all’interno dell’infinita varietà e molteplicità della natura è presente un elemento unitario, primigenio; egli si convince che tutte le forme delle piante si possono far derivare da una pianta sola, una pianta originaria, formata da pochi elementi infinitamente mutabili e duplicabili. La pianta primordiale, la Urpflanze (così la chiama Goethe, e che ha dato il titolo alla mostra), ci consente di creare una sintesi tra il singolo e l’universo, tra il sensibile e l’ideale e ci premette di cogliere la legge interna al manifestarsi dei fenomeni. Tra le opere esposte possiamo citare la scultura in bronzo di Isgrò “Seme d’arancia”, le quattro incisioni “assemblate” di Yoko Ono, il famoso video di Balestrini “Tristanoil”, il “light box” digitale di Gligorov e l’installazione della Marangoni di cui fa parte anche un video. “Gli artisti presenti in mostra - spiega il curatore Alberto Mattia Martini - partono da tali presupposti, riflettendo sulla visione di Goethe quando vede il mondo come un’immensa totalità in cui il fisico e lo spirituale sono indistinguibili. All’interno del mondo avviene un perenne mutamento, che implica la molteplicità nell’unità; si può parlare di una sorta di metamorfosi continua del vivente, una continua trasformazione, che tuttavia nel divenire rimane sempre se stesso. Le opere in mostra indagano l’idea di arte intesa come Rivelazione, che emerge dalle origini dell’essere e quindi come l’arte unitamente alla scienza e alla natura divengano interpreti dei misteri dell’universo. La finalità - conclude - è quindi ricercare e trovare l’Idea: perseguire attraverso l'arte, la natura e la scienza quello Spirito Universale che è insito in ogni energia creativa”. La mostra sarà aperta ad ingresso libero dal 22 aprile al 21 maggio 2017 nel Palazzo Ducale di Massa ( Ms), splendido edificio tardo rinascimentale costruito dalla famiglia Cybo Malaspina, in Piazza Aranci 35 dal giovedì alla domenica dalle ore 16.30 alle 19.30.

Per informazioni telefono 328-8375423, e-mail: mdlucc57@gmail.com

Ufficio Stampa: Fabrizio Lucarini, Agenzia di Stampa iLogo, Prato (Po), telefono: 3407612178, www.ilogo.it

Cortersie per gli ospiti


3 Dicembre 2016 |

Palazzo Collicola Arti Visive è orgoglioso di presentare la prima tappa espositiva del progetto a lungo raggio dal titolo CORTESIE PER GLI OSPITI. Si tratta di un nuovo ciclo dedicato al mondo dei galleristi privati con le loro storie, le loro scelte, le loro passioni e intuizioni… un viaggio narrativo e coinvolgente, immaginato come un’avventura culturale, costruito come una retrospettiva interiore.

CORTESIE PER GLI OSPITI offrirà al pubblico uno sguardo ravvicinato ma non didascalico su un mestiere centrale nell’organigramma dell’arte contemporanea. Lasciate da parte gli aspetti commerciali che animano una galleria d’arte, di certo necessari ma estranei ad un consesso espositivo come questo: perché, al dunque, la mostra prediligerà gli aspetti ideativi e visionari dietro un gallerista, le sue intuizioni sulla proposta d’esordio, il suo stile, le sue strategie umane, le sue visioni morali, la sua concezione del mondo…

La mostra sarà un progetto a quattro mani, curato dal gallerista assieme a Gianluca Marziani, secondo un principio narrativo che da sempre guida gli allestimenti del museo spoletino. Uno sguardo di attraversamento concentrico nel percorso di un operatore culturale, realizzato attraverso la selezione di pochi ma significativi artisti, capaci di rivelare un pensiero ideativo e un margine esecutivo.

Gianluca Marziani Vorrei sottolineare che non si tratta di un invito rivolto alla galleria ma al gallerista. Una differenza che reputo sostanziale: la galleria rappresenta uno spazio fisico, un frangente limitato, la cognizione mercantile dentro un luogo strategico; il gallerista, al contrario, rappresenta un’attitudine esistenziale e professionale, lo stato del pensiero e dell’azione, una visione etica che disegna una geografia estetica. Il bravo gallerista ascolta il mondo in stereofonia: da un lato le pulsioni creative con gli artisti da scoprire, le opere da privilegiare, i progetti da sostenere, le operazioni da distribuire; dall’altro le voci e le aspettative del pubblico, la critica sociale da considerare, le tendenze su cui sintonizzarsi… il vero gallerista (da non confondere con il puro mercante) è un equilibrista del pensiero creativo, un Philippe Petit che cammina sul filo teso tra due grattacieli, mantenendo un occhio sul versante della ricerca e un altro sulle regole del mercato.

Il progetto racconta la genesi di una visione operativa, le attitudini di un professionista tra proposta e mercato. Le opere scelte diventano la soluzione del nostro invito, la risposta figurativa per tracciare le tappe del viaggio, i momenti di sosta e accelerazione, i sogni e i desideri inseguiti, per rivelare piccole verità e alimentare grandi dilemmi, per darci un valore umano oltre la pura visione del quadro sul muro.

Leggere avvertenze e modalità d’uso A scanso di equivoci, ricordiamo che CORTESIE PER GLI OSPITI rifiuta ogni approccio commerciale, nel rispetto filologico del museo e del suo ruolo di proposta e conoscenza culturale. Il gallerista invitato presenta le opere senza alcuna finalità di vendita, spesso si tratta di quadri che provengono da collezioni private o museali, talvolta arrivano dalla stessa collezione privata del gallerista. Per qualche mese, dentro le sale del museo, il gallerista diventerà il narratore visuale, un acrobatico disegnatore di storie figurative che animeranno i muri bianchi del luogo.

 GIOVANNI BONELLI

La galleria Giovanni Bonelli Milano apre nel 2012 nel cuore del quartiere Isola, a pochi passi da quello che diventerà uno dei quartieri più innovativi per le sperimentazioni architettoniche. La galleria, circa 300 mq di open space, alterna una programmazione di giovani artisti a figure storiche del panorama italiano e internazionale (Maurizio Mochetti, Gianni Pettena, Daniel Spoerri…).

Figlio di Evaristo, gallerista della provincia di Mantova, Giovanni Bonelli ha tuttora una sede storica a Canneto sull'Oglio (MN) e una base espositiva nel cuore storico di Pietrasanta.

Dopo un'esperienza statunitense, dove per tre anni ha diretto la Bonelli Contemporary di Los Angeles, alternando artisti americani a giovani italiani (tra i quali Marco Mazzoni, Fulvio Di Piazza, Nicola Verlato), l'attività di Giovanni Bonelli si è ormai concentrata sulla sede milanese.

La galleria partecipa alle principali fiere italiane (Arte Fiera Bologna, Artissima, ArtVerona…) e a diverse fiere di livello internazionale (Swab Barcellona, Contemporary Istanbul…) dove vengono proposti ad un pubblico internazionale tutti gli artisti rappresentati dalla galleria.

Et in Arcadia Ego


2 Giugno 2016 |

In support of the New Museum Los Gatos mission to spotlight significant global perspectives in art and history, NUMU together with guest curator, artist and writer, David Molesky, are pleased to present Et in Arcadia Ego, an exhibition focused on the history and contemporary re-interpretation of the mythological theme of Arcadia.

Inspired by the 17th century Nicolas Poussin painting of the same name, Et in Arcadia Ego is translated to mean: “Even in Arcadia, there am I,” alluding to the inevitable impermanence of the ideal. The exhibition will explore the timeless myth of Arcadia as it has been represented by artists and writers, employing concepts such as: the sublime, the paradox of living, beauty and longing, paradise lost, and the golden hour. Et in Arcadia Ego explores these themes as they are reinterpreted and reinvented through the eyes of contemporary artists.

Artists featured in the exhibition work consistently with these Arcadian themes in figurative and landscape painting, exploring what it means to be human in the temporal world while standing on the precipice to the next. Contemporary artists include: David Ligare, Odd Nerdrum, Astrid Preston, Julie Heffernan, Holly Lane, Brad Kunkle, Agostino Arrivabene, Kim Keever, Jason Yarmosky, Maria Kreyn, Robin F. Williams, Seamus Conley, Aron Wiesenfeld, Gillian Pederson Krag, Sandow Birk, and Stephanie Peek.


http://www.numulosgatos.org/exhibitions-2/2016/6/2/et-in-arcadia-ego

Zoote


14 Gennaio 2016 | Zoote . Curated by Luca Beatrice Benappi gallery . Torino 14 January - 28 February